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Leonardo Genovese

Leonardo Genovese. Aprile è il più crudele dei mesi

A cura di Ilaria Bignotti e Camilla Remondina Con la collaborazione di Lorenzelli Arte

Nel contesto di Brescia Photo Festival 2024 Testimoni

È trascorso poco più di un secolo da quando venne pubblicata La terra desolata (The Waste Land) di Thomas Stearns Eliot, tra i più conturbanti, densi e ancor oggi mai pienamente decifrabili scritti della poesia modernista.

Aprile è il più crudele dei mesi generando / lillà dalla terra morta, mescolando / memoria e desiderio, risvegliando / sopite radici con pioggia di primavera: così s’avvia il poemetto in cinque movimenti, definendo il periodo del risveglio delle forze naturali come un momento violento, incontrollabile, sconosciuto, e mescolandolo con un affresco sulla decadenza dell’umanità all’indomani della prima guerra mondiale. Un capolavoro del XX secolo quanto mai attuale, oggi.

Osservando le fotografie di Leonardo Genovese, tra i più criptici fotografi contemporanei, attento esploratore di credenze e rituali antichi, sepolti nella terra morta delle convenzioni quotidiane, risuonano allora potentemente i versi del poeta.

Gli occhi di un cavallo blu, i gesti raccolti di mani segnate di abitanti del profondo sud – un sud del mondo, un sud d’elezione – e quell’uomo-vate seduto con una luce fioca alle porte di una caverna incoronata di verde lussureggiante, sono solo alcune delle icone che Genovese ha, nel corso della sua oramai quarantennale ricerca, saputo fissare sulla pellicola e poi su carta, per dar luogo a una narrazione carica di evocazione, memoria e desideri nascosti, apparentemente lontani dal nostro tempo eppure oscuramente “conosciuti” dal nostro inconscio. Leggi Tutto

 

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