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Diego Randazzo

Di mostri, immagini e tavoli da lavoro

Kevin McManus

Prima avvertenza per chi si appresti a visitare questa mostra di Diego Randazzo: la mostra stessa è l’opera d’arte. Non a caso il suo titolo, Pluto On Me, ha la pregnanza semantica e poetica tipica dei titoli di opere, più che l’equidistanza suggestiva dei titoli di mostre. “Pluto on me” evoca innanzitutto, di per sé, un immaginario ambiguo e surreale; fa pensare all’astrologia, a una misteriosa influenza di Plutone sul soggetto-artista, o sul soggetto-fruitore, salvo poi incanalarsi, già grazie all’iconica immagine di locandina, verso la possibilità apparentemente più scherzosa e familiare: Pluto è il Pluto dei fumetti e dei cartoni animati, il fedele e adorabile cane di Topolino, caso forse unico di antropomorfizzazione mancata entro l’amato universo disneyano. La preposizione “on”, che appunto contribuirebbe a suggerire la lettura astrologica (“su/sopra di me”) va piuttosto a descrivere una dinamica di metamorfosi, di fusione asimmetrica di due soggetti: Pluto, appunto, e lo stesso Randazzo, il cui volto autoritratto è fuso, nel film di animazione al centro della mostra, con l’inconfondibile corpo del cane. Leggi Tutto

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