IL FILO DELL’ESISTENZA E L’ARCHITETTURA
DELLA MEMORIA
Mariacristina Maccarinelli
Il filosofo e scrittore René J. Guénon nel saggio “Gli stati molteplici dell’essere” rappresenta il filo come “mezzo che collega tutti gli stati dell’esistenza fra loro e al loro principio”.
Il filo da sempre è corredato di valenze antropologiche profondissime. Già nell’antica tradizione filosofica indiana il filo collegava i due mondi e tutti gli esseri e, per entrare in sintonia con il “centro” dell’universo, con la luce, con il sole, era indispensabile seguirne la traccia. Rappresenta quindi il legame esistente fra i vari livelli cosmici (terreno e sovrannaturale) ma anche psicologici (conscio, inconscio o subconscio). Un simbolismo che si collega a vari miti, come quelli di Penelope o di Arianna. Nel labirinto, è il filo di Arianna che consente di uscire dal mondo delle tenebre, per ritornare alla luce. È certamente uno degli elementi che ci connota come civiltà sin dalle origini e non solo, è stato elemento di scambio di saperi, ma spesso si è fatto anche denuncia. Si pensi, per esempio, ai tappeti di guerra afghani che segnano l’irrompere della violenza nel quotidiano. Leggi Tutto
27 Febbraio 2024