VISIONI D’ARCHITETTURA PER L’ARTE
L’intervento di ristrutturazione, progettato dall’Arch. Davide Baretto che ha dato nuova vita a Villa Leonesio, apre una riflessione su cosa significhi intervenire su un organismo architettonico esistente al fine di riconvertirne la funzione. Risignificare uno spazio con nuove attività richiede, in fase progettuale, una particolare sensibilità nel comprendere ciò che esiste e che per sua natura è portatore di una specifica morfologia e normativa che inevitabilmente diventano la grammatica attraverso la quale costruire il pensiero architettonico. Il rispetto e la comprensione dell’esistente sono elementi fondamentali per creare un dialogo tra i diversi tempi del manufatto; il contemporaneo non può esentarsi
da una relazione profonda con la storia che l’oggetto racconta. L’architettura come organismo è soggetta a continui cambiamenti volti ad assecondare le mutevoli esigenze dell’uomo; questa specificità, sul piano dei linguaggi dell’arte, crea una differenza con le altre manifestazioni artistiche che hanno la facoltà di bastare a loro stesse mentre, il pensiero architettonico, è sempre finalizzato a creare contenitori che devono essere funzionali alle diverse attività della vita dell’uomo.
Nel 2013 prende avvio il processo di ristrutturazione e trasformazione della residenza agricola risalente al XIII sec., dove la famiglia Leonesio trascorreva il periodo estivo, in un ambiente destinato ad ospitare le diverse forme d’arte spaziando dalla pittura, alla scultura, alla fotografia, alla videoarte, alla letteratura e alla performance. Il restauro ha posto grande attenzione sia al rispetto della struttura che dei materiali originali conferendo agli spazi una forte identità. La relazione con l’esistente presuppone una lettura filologica del manufatto e il lavoro dell’architetto fluttua tra il mantenimento dei segni del passato e l’inserimento di nuovi che raccontano il tempo della contemporaneità. Un’architettura fortemente caratterizzata inevitabilmente attiva un dialogo con le opere che ospita stimolando nell’osservatore letture che superano la sommatoria delle specificità dei singoli linguaggi.
Recuperare il passato oggi è un’operazione fondamentale, non solo per conservare le nostre radici, ma anche per evitare il consumo di altro territorio. Oggi siamo chiamati a correggere il nostro atteggiamento nei confronti dell’ambiente e l’architettura ha il dovere etico di percorrere questa nuova strada.
La mostra è suddivisa in quattro sezioni; tre hanno il compito di presentare il processo progettuale che ha portato
alla conversione degli spazi e uno è dedicato all’interpretazione che gli artisti, attraverso la loro arte, hanno fatto di questo luogo. La prima sezione è dedicata agli schizzi come fase embrionale dell’idea, il segno della matita è la prima manifestazione concreta del pensiero. Il secondo momento presenta i disegni tecnici che sono lo strumento necessario per dialogare con gli organi competenti e le maestranze al fine di dare vita a ciò che è stato pensato e in fine vi è una documentazione fotografica come testimonianza di tutte le fasi della trasformazione.
Agli artisti e fotografi Cinzia Battagliola, Nicola Bertellotti, Nicolò Brunelli, Pietro Corradini, Pierluigi Cottarelli, Tonino Orlandi, Alberto Petrò e Massimo Saviola, che sono i protagonisti della quarta sezione, va un ringraziamento speciale perché attraverso le loro immagini hanno aperto nuovi punti di vista sullo spazio della Fondazione.
Arch. Davide Baretto
Nato a Salò nel 1971, vive e lavora a Villanuova sul Clisi. Dopo un percorso di studi svolto tra l’Italia e la Spagna (E.T.S.A.M. di Madrid), nel 2001 si laurea in architettura presso lo I.U.A.V. di Venezia. Nel medesimo anno apre il primo studio professionale e in quelli successivi affianca all’attività di libero professionista una serie di collaborazioni con altri studi. Nel 2005 fonda lo studio baretto architettura con cui si occupa prevalentemente di progettazione architettonica e urbanistica, sia in ambito pubblico che privato, oltre che di interior design, di recupero e ristrutturazione
di edifici esistenti e storici, di infrastrutture, di paesaggio. Tra i lavori in corso di progettazione o recentemente ultimati si segnalano, tra gli altri, gli ampliamenti di due edifici scolastici, la riconversione di un edifico dismesso in asilo nido, alcune ville unifamiliari, consulenze paesaggistiche per interventi di tutela e recupero
del territorio e del paesaggio, il recupero di un complesso storico sede di una fondazione culturale, il recupero di una ex centrale idroelettrica dismessa, il recupero di una cascina con gli annessi agricoli, gli interventi su alcuni edifici di culto, la ristrutturazione e l’ampliamento delle sedi e degli uffici amministrativi di alcune aziende. Ha partecipato a concorsi di progettazione e nel 2011 il progetto
la barcaccia (in collaborazione con A. Biondo, A. Casagrande, P. Cottarelli) ha ricevuto una segnalazione al concorso d’idee per la riqualificazione di Piazza Ferdinando di Savoia a Peschiera del Garda (Vr).
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