Scintille d’arte presenta: Isabella Mara
Scintille d’arte è il titolo della rassegna e Isabella sposa l’invito e ne fa suo il senso interpretando lo spirito dello spazio a lei proposto. La mostra offre una breve ma intensa occasione di conoscere la sua ricerca artistica attraverso le opere che lei stessa ha scelto di esporre. Differenti i materiali e le poetiche, in comune hanno il concetto di presenza. Si tratta di installazioni che ruotano, indagano, riflettono sul concetto di casa come luogo, come architettura, come nido, come dimora, come rifugio, in cui ripararsi dalle intemperie della vita. Ma
la casa, per esprimere il valore più alto, ha bisogno di presenze. La casa vive attraverso le persone che la abitano, con le loro storie, con le loro vite piene di amore, affetti, amicizie, gioie ma anche inevitabilmente segnate dal dolore, dalle malinconie, dai rimpianti… In Citazioni l’architettura ridisegna l’essenza dei libri: libri letti, riletti, sottolineati, vissuti e li trasforma in case, in contenitori di significati e valori che accompagnano, formano e segnano le vite di ognuno di noi… L’opera Body Places porta con sè una storia intima e densa di significato che l’arte rende universale. Le pietre, provenienti dai Balcani, che compongono la sagoma, come tessere di un mosaico ne amplificano il senso attraverso le frasi dorate tratte dalle sacre scritture. Luoghi lontani che si intrecciano con luoghi vicini, fino ai più reconditi spazi della mente, quelli custoditi gelosamente come tesori preziosi. Anche in Container Stone le pietre sono ancora le protagoniste, testimoni di viaggi … di passaggi, ambasciatrici di luoghi lontani. L’artista interviene sulla loro superficie inserendo l’immagine di una casa e di un oggetto, giocando sul senso e il significato. Le opere di Isabella Mara non nascono site-specific ma lo diventano perché sono state ripensate dall’artista per gli spazi della Fondazione. La storia della dimora estiva della famiglia Leonesio, l’atmosfera di questi luoghi vengono così rievocati. L’artista Demiurgo che plasma la materia, l’artista che grazie alla sua sensibilità di donna, generatrice di vita, ci mostra i rimandi di vite passate come nel caso di L’estate di Albert.
Attraverso la leggerezza delle girandole di carta e l’inserimento di parole o frasi, Mara evoca lo spazio-tempo nel quale il sedicenne Albert Einstein si muoveva in quelle spensierate giornate passate nel pavese, ancora ignaro della grandezza delle sue scoperte, e subito ci ritroviamo avvolti dall’atmosfera di un tempo lontano ma inspiegabilmente presente e caro… Pass – Home invece supera la concezione statica di casa come “mettere le radici” per abbracciare quella sottoposta all’ evoluzione, al cambiamento, al viaggio di casa come “gettare
l’ancora”.Così facendo, la casa può volare e fluttuare nello spazio, libera dalle fondamenta, senza che vengano meno il suo significato ne il suo valore profondo. Quello che Isabella Mara ci propone è di predisporci all’ascolto, per poter godere del racconto, del viaggio evocato dalle opere sia esso colto nelle atmosfere, sia esso sedimentato intimamente nella mente e nel cuore di ognuno di noi.
Mariacristina Maccarinelli