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Lucia Pescador Herbarium A cura di ACME Art Lab (Alessia Belotti, Melania Raimondi e Camilla Remondina)

La mostra Herbarium, personale di Lucia Pescador (Voghera, 1943), presenta una grande installazione composta da cinquantotto carte appartenenti all’Erbario d’Oriente, alcune sculture-oggetto legate al mondo asiatico ed un’opera dal ciclo Geometrie. Disegni con soggetti quali erbe, piante, montagne e fiumi colorano e ravvivano le pagine scritte del libro, precedentemente smembrato e ricomposto, che si dispiega sulle pareti della Fondazione Vittorio Leonesio. L’artista dà così vita ad un archivio di immagini o, più precisamente, un erbario, formato da fogli di carta che raccolgono e conservano la memoria di elementi vegetali e paesaggi dal sapore orientale. Oltre ai soggetti, anche la tecnica con cui questi sono raffigurati riporta alla mente le terre del Sol Levante: se da un lato le vedute somigliano per stile alle stampe giapponesi che hanno affascinato molti artisti nella seconda metà dell’Ottocento, dall’altro i segni quasi grafici, che delineano i profili delle piante e dei fiori, ricordano l’iconica calligrafia cinese tracciata a pennello. A prima vista l’installazione crea stupore e sorpresa data la sua notevole estensione nello spazio e, in un secondo momento, incanta il visitatore che, avvicinandosi all’opera, si immerge nelle pagine appese scoprendo ad uno ad uno i dettagli che lentamente affiorano ai suoi occhi. Questi disegni sono realizzati su carte provenienti da libri e manoscritti del Novecento a sottolineare il legame affettivo di Lucia Pescador con il secolo scorso; infatti il XX secolo è un tema che spesso ricorre nelle opere dell’artista, come nel caso emblematico di Inventario del Novecento con la mano sinistra: un minuzioso lavoro, iniziato nel 1992, di catalogazione delle immagini più rappresentative dell’arte e della cultura del tempo, disegnate, appunto, con la mano sinistra su vecchi fogli che vengono allestiti come l’Erbario d’Oriente in grandi archivi installati a parete. Nella galleria del piano nobile della Fondazione è esposto un secondo archivio costituito da veri e propri oggetti, trovati nei mercatini per essere poi decorati ed assemblati dall’artista in stile ready-made, che rievocano nell’immaginario collettivo l’Oriente: fotografie, ventagli, tappeti, minuscoli vasi contenenti fiori di ciliegio e preziosi “souvenir”, custoditi da armadietti e bauli, affiancano e dialogano con l’installazione parietale condividendo con essa il tema per avvicinare ancor più lo spettatore a questo mondo magico. Questi lavori sono volutamente allestiti in un piccolo salotto completo di arredi dove, come spesso accade nelle case intrise della storia di chi le abita, i mobili fungono da supporto per fotografie e souvenir di viaggi passati, alcuni ancora racchiusi nei bauli con cui sono stati trasportati. In questo modo lo spazio trasmette allo spettatore il calore e l’identità di un’abitazione, più che di una sede espositiva, risvegliando ricordi ed emozioni famigliari in sintonia con la poetica dell’artista. Nei lavori di Lucia Pescador traspare il fascino e la bellezza che l’artista subisce da tematiche quali la natura, la storia, la memoria e lo scorrere del tempo che diventano il cuore della sua ricerca e la portano a creare grandi installazioni che assumono la valenza di archivio/inventario di oggetti, immagini e ricordi. Le sue opere possiedono insieme carattere universale, in quanto toccano aspetti comuni alla collettività, ed individuale poiché veicolano la memoria più intima dello spettatore che, di fronte ad alcuni specifici soggetti, si apre ad un dialogo silenzioso e solitario con essi provando sensazioni profonde radicate nella propria storia personale. Così come la visione delle opere passa continuamente dal singolo elemento al tutto, allo stello modo le emozioni che esse scaturiscono sono intime ed unitarie. La mostra è sostenuta da Leonesia – Fondazione Vittorio Leonesio, Puegnago del Garda (Brescia).

Lucia Pescador. Biografia Lucia Pescador nasce a Voghera nel 1943 ed oggi vive e lavora a Milano. Diplomata all’Accademia di Brera, la sua prima mostra risale al 1965 alla Galleria Arte Centro di Milano (attuale Lattuada Studio), con la quale collabora tutt’oggi. Nel 1992 per la mostra “Una nave per Kazimir”, curata da Lea Vergine al Refettorio delle Stelline di Milano, presenta i lavori dell’ultimo decennio. Negli anni Novanta inizia la raccolta di immagini per l’Inventario del Novecento con la mano sinistra, un lavoro di catalogazione sull’arte e sulla cultura, negli anni esposto in Italia e all’estero. Nel 1998 espone all’Istituto Italiano di Cultura e alla Ramba Gallery di Los Angeles. Nel 2000 a New York inaugura la mostra “Enigmistica: Vasi, Brocche e Nature” alla Swan Gallery, nello stesso anno espone al Centre Rops di Bruxelles con la mostra “Atelier Siegliz” e al Lattuada Studio con “Africa”. “Cambia il tempo” è la mostra allestita all’Abbazia degli Olivetani a Rodengo Saiano, curata da Martina Corgnati e Roberto Bianchi, che vede raccolto gran parte dell’Inventario. Nel 2003, alla Galleria Corraini di Mantova, espone “Nero Giappone e Giallo Cina”. Nel 2006 la mostra “Ambulanti tra Occidente e Oriente“ inaugura alla Galleria Camalanayan Bajai Art di Monbay, itinerando l’anno successivo a Shangai nell’Artour-o in Expocasa. “Hotel Meublè-Berlin” viene esposta alla Galleria Exmà di Cagliari e nel 2007 allo Stand Museum di Sieburg. Nel 2010 espone a Palazzo Te (Mantova) il progetto “Wundernachtkammer”, curato da Gabriella Belli, che verrà poi riallestito ad Ivrea e Cantù. Seguono moltissime mostre tra cui le personali al MAGA di Gallarate, allo Spazio Oberdan, alla Triennale di Milano, allo spazio Nonostante Marras a cura di Francesca Alfano Miglietti, alla Galleria Raffaella Nobili a cura di Matteo Galbiati e nel 2018 alla Galleria Cristina Moregola di Busto Arsizio.