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La rivoluzione umana di ZENG YI

A cura di Ilaria Bignotti e Matteo Lorenzelli
In collaborazione con Camilla Remondina
Fondazione Vittorio Leonesio, Puegnago del Garda

Opening: sabato 23 aprile 2022, ore 18:00 

Con la fondamentale collaborazione di Lorenzelli Arte, Milano

Protagonista della fotografia cinese tra gli anni Novanta e il nuovo Millennio, sin dagli anni Settanta Zeng Yi documenta il volto della Cina più nascosto, forse dimenticato dalla grande industrializzazione: quello degli anziani e dei bambini, dei piccoli villaggi rurali, dei gesti umili e quotidiani. Ritratti di una condizione umana che il fotografo cinese sente di dover raccontare, spinto da un profondo senso di responsabilità e animato da una cristallina etica sociale. L’obiettivo fotografico, scrutando e restituendo i volti di piccoli abitanti curiosi e di vecchi lavoratori, artigiani segnati dalla fatica e dal tempo che scorre, diventa voce narrante di un’umanità che, immagine dopo immagine, negli oltre venti ritratti esposti in Fondazione costruisce una sequenza narrativa inedita e toccante di una Cina che resiste (ma ancora per quanto?) al di là dei riflettori della politica e dell’opulenza economica.

“La biografia di Zeng Yi, trasferito qua e là nelle regioni della Cina dopo la Rivoluzione Culturale ad occuparsi di fotografia, ci dice di suoi viaggi in bicicletta con un apparecchio prima in legno e poi via via tecnologicamente più evoluto” ha scritto nel catalogo edito in occasione della grande antologica del fotografo ai Musei Civici del Castello visconteo a Pavia, nel 2019, la co-curatrice della mostra Stefania Zatti, descrivendo il lento e costante processo di documentazione del fotografo cinese che ha saputo, sino ad oggi, cogliere profondamente “l’anima di quei luoghi lontani”.
Homeland così si intitola il saggio del critico Xiang Qianli che apre il catalogo stesso e puntualmente descrive il mondo intimo e domestico che si rivela attraverso gli scatti di Zeng Yi, ricordando che egli stesso ha dichiarato di sentirsi vicino ad un altro maestro, americano, Lewis Hine: entrambi accomunati dall’intendere la macchina fotografica come medium di documentazione sociale, capace di penetrare nei risvolti più distanti dai meccanismi del potere e della ricchezza. 

Nelle fotografie esposte alla Fondazione Vittorio Leonesio emerge, in tutta la sua pienezza di senso, quella rivoluzione umana che Zeng Yi seppe, con sensibilità e perseveranza, mettere in atto in Cina, accantonando la magniloquenza delle immagini politiche e documentando nei decenni le dinamiche sottili e complesse di una trasformazione epocale che spesso ci dimentichiamo quanto possa avere colpito, anche, anziani e bambini. I loro sguardi, senza gridare, inchiodano lo sguardo e chiedono a ciascuno di noi di immergersi in un mondo solo apparentemente distante, eppure così empaticamente vicino al nostro: quello dell’infanzia, che è stata di tutti, e della vecchiaia, che tutti ci accomuna e ci rende abitanti di un comune destino, fatto di piccoli stupori e di semplici, fondamentali, desideri. 

Di questa storia Zeng Yi è testimone attento e sapiente, basando la propria ricerca “sulle caratteristiche della cultura del suo paese e sul rispetto delle tradizioni cinesi”, ha scritto ancora Xiang Qianli, e prendendosi cura “del carattere spirituale di innumerevoli individui comuni”.
Un atto di fede, oggi quanto mai necessario, in un’epoca segnata dalla pandemia, dalla paura e dalla distanza, nella fotografia e nella cultura.

Biografia breve

Zeng Yi nasce nel 1949 nello Shandong, provincia costiera nella parte più orientale della Repubblica Popolare Cinese, ed inizia il suo curriculum professionale nel 1975 presso il Dipartimento Mostre dello Shandong Art Center, per proseguire con il trasferimento alla Jinan Federation of Literacy and Art Association della Jinan Photographer’s Association, un’istituzione che ha diretto per molti anni fino a diventarne il presidente.

Nel corso della sua carriera Zeng Yi ha organizzato mostre dei più importanti fotografi internazionali, quali Yousuf Karsh, Josef Koudelka, James Nachtwey, Vivian Maier, Lang Jingshan, Lv Houmin e Zhang Zhaotang, e si è prodigato per diffondere la cultura fotografica attraverso l’organizzazione di premi e festival dedicati ai giovani. Inoltre, in qualità di Chief Curator della Shandong University of Art and Design (di cui è Senior Professor e Graduate Supervisor), ha promosso l’arte in ogni sua forma, allestendo mostre d’incisioni e opere pittoriche dei maggiori artisti europei e americani, da Leonardo da Vinci al Cubismo, e pubblicando vari scritti e cataloghi. 

E’ presidente del Mo-tzu International Imaging Research Institute, Vice Chairman del Shandong Photographers Association, presidente dell’Eastern International Photography Art Association, membro del comitato curatoriale del China Photographers Association, consulente del Overseas Chinese Photography Society ed Executive Chairman del Silk Road Photographic Organization International Alliance (SRPOIA) a cui aderiscono 39 paesi.
Inoltre è stato Chief Planning Director del Beijing International Photography week, Chief Curator e Art Director del Ji’nan International Photography Biennal e General Director della quinta edizione del FIAP Photo Meeting.

Moltissimi sono i premi, le onorificenze e le menzioni ricevuti da Zeng Yi per la sua opera fotografica, tra cui il Cultural Center of Asia Award dell’UNESCO, il China Photography Golden Statue Award, il Ross Sanddal International Photography Award for Outstanding Contribution del PPA (Professional Photographers of America) e il Sungkyunkwan Art Award in Corea del Sud.

I suoi lavori sono conservati in molti musei e istituti culturali in Europa e negli USA.