Cosmic stacks. Viaggio nelle infinite dimensioni della scultura di Rob Mazurek.
Artista, musicista e compositore da anni Rob Mazurek è protagonista della scena internazionale.
Le sue opere spaziano dalla scultura all’installazione, alla pittura fino all’utilizzo della luce come elemento fondante. In Mazurek l’atto creativo inizia e si sviluppa nel gesto. Nell’arte, come nella musica, la fisicità e la corporeità partecipano all’opera stessa, caricandosi di significato ancor prima che l’azione si concluda. L’improvvisazione diventa quindi, inevitabilmente, elemento caratterizzante del processo di creazione e genera a volte armonia ed equilibrio nella composizione, altre volte precarietà e spaesamento.
Le opere sono eterogenee sia nella forma che nell’utilizzo di svariati materiali. Nelle sue installazioni, infatti, spesso troviamo l’unione di elementi naturali ed artificiali. Strutture monolitiche minimaliste, ripetizioni modulari di forme regolari che dialogano con serie di elementi antropomorfi che l’artista dispone in linee orizzontali o verticali nello spazio, trasformando anch’esso in elemento dell’opera, togliendogli la funzione di semplice contenitore.
Architetture che prendono vita e che custodiscono al loro interno rimandi a civiltà, storia e culture antiche. A ciò si aggiunge il gesto pittorico dell’artista, una variazione che rompe un ritmo prestabilito e che sorprende lo spettatore all’improvviso portandolo a modificare la lettura della composizione dell’opera nel suo insieme. Sono costruzioni spesso caratterizzate da un equilibrio precario che suggeriscono prospettive differenti, ricreando rimandi a dimensioni lontane e misteriose, appartenenti ad altri mondi, che si contrappongono a totem che alludono e rappresentano un radicamento assoluto all’elemento terra.
Nella mostra Cosmic Stacks appare rilevante l’atto del costruire fisicamente, assemblando moduli propri dell’edilizia, espressione di una azione concreta e potente che si compie per dare forma alla scultura.
La mostra, ospitata dalla Fondazione Vittorio Leonesio, e precedentemente dal MO.CA, trova qui un luogo ideale in cui il dialogo tra le opere e lo spazio, recentemente restaurato, si esprime potentemente attraverso il segno evidente delle architetture che lo caratterizzano. L’installazione sonora itinerante di Gabriele Mitelli, omaggio all’artista e all’amico, amplifica la suggestione delle opere, conducendo, con suoni cosmici, lo spettatore alla scoperta di un’arte piena di vita e di energia.
La ricerca artistica di Mazurek trasmette tutta la sua libertà creativa: troviamo certamente l’influenza della lezione dei grandi protagonisti americani della Minimal Art nell’utilizzo di solidi geometrici, blocchi modulari di materiali edilizi, organizzati in sequenze seriali ordinate o in strutture aperte o in progressioni geometriche, ma in opere come C Structure Trio #1 l’artista ci sorprende: intervenendo con il colore, inserendo un meteorite dorato di argilla espansa, che sembra atterrato direttamente dallo spazio, posizionandolo all’interno di uno scrigno come fosse un prezioso. Anche in Cosmic Stacks on a Rigorous Line # 3-4-5 sono le pietre verdi artificiali a catalizzare l’attenzione, rompendo la monotonia cromatica dell’opera.
In Constellation # 19 è evidente un rimando alle ricerche postminimaliste degli anni ‘60/’70, che prendono il nome di Antiform, nel tagliare e posizionare frammenti e nastri di tele o tessuti a parete per esaltare l’espressività pura delle loro proprietà fisiche: leggerezza, fluidità, flessibilità. L’artista però utilizza tele dipinte in precedenza, non rinunciando alla pittura neanche in questo caso.
I materiali sono parte costitutiva dell’opera e ne definiscono l’identità stessa. Gli oggetti/elementi sono parti singole, autonome che, inserite nelle installazioni seriali, ne rafforzano il significato. Il rigore geometrico si arricchisce di elementi diversi e il rapporto che si crea tra l’opera e lo spazio espositivo produce uno straordinario effetto estetico. Composizioni polimateriche che uniscono supporti diversi, o ancora forme piene e spazi vuoti che si espandono in un labirinto nel quale lo spettatore è portato a perdersi e ritrovarsi.
Assoluta è la componente pittorica ben rappresentata dalle otto carte dorate di Gold Nocturne in 8 Parts: superfici irregolari, quasi materiche, investite di colate d’oro, dove le pieghe metalliche del tempo creano giochi di luci disegnando paesaggi e presenze che restano celati ai nostri occhi. Superfici che emanano luce, altro elemento caro all’artista che in altre opere permette
di disegnare movimenti fluidi nello spazio. In questo caso la scelta dell’uso totalizzante dell’oro ci trasporta in una dimensione sicuramente più spirituale ed intima.
La mostra offre un’occasione importante per riflettere sulle molteplici evoluzioni della scultura contemporanea e le opere di Rob Mazurek ne rappresentano alcune direzioni: costruzione, forma, installazione con il coinvolgimento dello spazio. Soprattutto le sue opere fanno da ponte tra la dimensione terrena e quella cosmica.
Mariacristina Maccarinelli